Rivista per le Medical Humanities

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La sezione intende offrire una panoramica sui territori delle Medical Humanities: congressi, istituzioni, pubblicazioni, film, cronache. Essa ospita, inoltre, le considerazioni di specialisti in merito ad articoli apparsi su altre testate. Questo spazio riproduce i contenuti della versione cartacea della pubblicazione; i contributi non legati alla periodicità del cartaceo si trovano invece nella sezione «Novità» di questo sito.


Rapporto 6920 R
rMH 30


7 novembre 2014 
Educazione, cultura e sport



Riteniamo opportuno pubblicare il presente Rapporto perché si tratta di una tematica sanitaria e accademica molto importante per il mantenimento e il miglioramento delle già buone cure ospedaliere del Cantone Ticino e perché la Facoltà di biomedicina dell’USI potrebbe accreditare e favorire ulteriormente l’insegnamento dell’umanesimo clinico. Il Rapporto della Commissione speciale per l’esame del messaggio n. 6920 è stato votato dal Parlamento ticinese il 24 novembre 2014.

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Rapporto della Commissione speciale per l’esame del messaggio n. 6920 sul messaggio 12 marzo 2014 concernente la modifica della Legge sull’Università della Svizzera italiana, sulla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e sugli istituti di ricerca del 3 ottobre 1995: istituzione di una nuova facoltà di scienze biomedich e e creazi one di una scuola di Master in medicina umana

               Introduzione

               Un anno fa, il 7 ottobre 2013, l’usi scrisse al Consiglio di Stato richiedendo formalmente di:
               1. prendere atto del Terzo rapporto sullo studio di fattibilità per una Scuola di Master in medicina umana (MMS);
               2. autorizzare l’istituzione di una Facoltà di scienze biomediche che potesse accogliere sia la prospettata Scuola di Master sia le Unità di ricerca sperimentale potenzialmente complementari alla stessa.

               Il Messaggio del Consiglio di Stato del 12 marzo 2014 si compone di cinque capitoli:
               A. l’evoluzione dell’offerta di formazione in medicina umana nel contesto federale;
               B. il progetto ticinese per una Scuola di Master in medicina umana (Master Medical School);
               C. l’istituzione presso l’usi di una Facoltà di scienze biomediche e l’apertura di una Scuola di Master in medicina clinica;
               D. la congruenza con le Linee direttive il Piano finanziario;
               E. le prospettive e le conclusioni.
               
               Il Messaggio riassume il lavoro svolto a partire dall’estate 2008 con i primi incontri informali: il Gruppo di lavoro designato dal Consiglio di Stato nel 2009 ha fornito 3 rapporti, nel 2011, nel 2012 e nel 2013.
               
               La Commissione speciale per l’esame del Messaggio n. 6920 ha organizzato, tra il giugno e il settembre 2014, una trentina di audizioni e discusso con 25 specialisti (Manuele Bertoli, Sandro Rusconi, Piero Martinoli, Carlo Maggini, Mauro Martinoni, Tiziano Moccetti, Claudio Camponovo, Claudio Bassetti, Paolo Beltraminelli, Giorgio Merlani, Sebastiano Martinoli, Franco Denti, Marco Baggiolini, Fabrizio Barazzoni, Mario Bianchetti, Luca Crivelli, Antonio Lanzavecchia, Giorgio Noseda, Gabriele Gendotti, Mauro Dell’Ambrogio, Franco Cavalli, Luca Gabutti, Gabriele Losa, Luca Mazzucchelli e Antonio Loprieno) i punti critici del progetto: l’obiettivo è st a to quello di offrir e a tut ti i s uoi membr i la possibilità di sen tire e discutere gli «sguardi diversi» rispetto alla mms, in part icolare con i rappresentanti del CdS, dell’usi, degli Istituti clinici (EOC, Cardiocentro Ticino, Clinica Luganese e Ars Medica), degli Istituti di ricerca (Cardiocentro, Istituto oncologico della Svizzera italiana [IOSI], Neurocentro della Svizzera italiana [nsi] e Istituto di ricerca in biomedicina [irb]) che collaboreranno con il Master, di alcuni pionieri, del Direttore della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) e del Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Svizzere (CRUS).

A.            L’evoluzione dell’offerta di formazione in medicina umana nel contesto federale

               Le facoltà svizzere di medicina formano circa un terzo dei medici necessari (i diplomati svizzeri sono circa 800 e quelli esteri circa 1’400 all’anno) e nei prossimi quindici anni si prevede il pensionamento di circa 15 mila medici: la Svizzera non può fare affidamento solo su medici formati all’estero. Le università svizzere dovranno formare più medici, non da ultimo per l’invecchiamento della popolazione, per le conseguenze del progresso biotecnologico e per la femminilizzazione della professione.
              Esiste però un «collo di bottiglia» che è rappresentato dalla carenza di sufficienti posti in ospedale per la formazione clinica (Master): per garantire eccellenti condizioni di studio e per limitare i candidati al Master, da anni si è introdotto il numerus clausus al Bachelor a Berna, Zurigo, Basilea e Friborgo, accogliendo soltanto 800 studenti su tremila candidati ed escludendone centinaia sicuramente idonei a intraprendere gli studi di medicina; le università romande non hanno il numerus clausus, ma il tasso di bocciature agli esami del primo anno è attorno al 50% e del 20% a quelli del secondo.
                Nel 2011, il Consiglio federale stimava un fabbisogno di circa 1’200 diplomi annui, con un aumento quindi del 60%, per soddisfare il fabbisogno nazionale, oggi stimato ad almeno 1’500 unità: negli ultimi anni le università hanno diplomato circa 100 medici supplementari all’anno, ma l’obiettivo resta molto lontano (un aumento di 300 diplomati annui è giudicato fattibile, senza importanti investimenti e porterebbe le unità annue a 1’200).
                Nel 2012, la Conferenza universitaria svizzera (CUS) propose, di conseguenza, l’aumento di 300 diplomi annuali entro il 2019, raccomandando l’aumento delle capacità d’accoglienza al primo anno di studio presso le rispettive facoltà, ma la loro risposta risultava deludente perché, in pratica, avrebbero assicurato meno di 200 diplomi per l’anno 2019 rispetto ai 300 auspicati.
                
                Da un lato, il nocciolo del problema sta nell’incapacità da parte delle facoltà attuali di creare sufficienti posti di formazione a un costo ragionevole.
                Nel 2011, i costi delle cinque facoltà di medicina ammontavano a 1.4 miliardi per 744 diplomati; in realtà il costo per la formazione di uno studente di medicina corrisponde solo al 18% dei costi totali dichiarati dalle facoltà, perché il 20% sarebbe destinato alla formazione continua e al perfezionamento dei medici dell’ospedale e il 62% sarebbe dedicato alla ricerca (stima dell’Ufficio federale di statistica [UST]).
                Il costo medio annuale per studente imputabile esclusivamente alle attività d’insegnamento non dovrebbe superare i 500’000 franchi, quindi interamente coperto dal contributo erogato dal Cantone di maturità attraverso gli accordi intercantonali universitari (attualmente il contributo cantonale per ogni studente di medicina ammonta a 48’000 franchi): in effetti tale importo è da raddoppiare per includere una quota minima dedicata alla ricerca fondamentale che rimane la spina dorsale di una formazione universitaria.

                Dall’altro lato, l’ostacolo principale reale per aumentare a 1’100 i neo-diplomati entro il 2019 (come proposto dal rapporto del gruppo di lavoro Plattform ärtzliche Bildung del 7 settembre 2012) sta soprattutto nell’aumento dei posti di formazione clinica.
                Il progetto ticinese di MMS potrebbe quindi aiutare il sistema formativo federale a risolvere, almeno parzialmente, le difficoltà dovute alla mancanza di posti per la formazione ospedaliera al letto del paziente che avviene appunto durante il Master: il momento politico è particolarmente favorevole e l’occasione che si presenta in questi anni non sembra sarà ripetibile nel prossimo futuro.

B.              Il progetto ticinese Scuola di Master in Medicina umana: la Master Medical School

                 La carenza in Svizzera di posti di formazione clinica, la qualità delle cure ospedaliere presso l’EOC, il Cardiocentro e in alcune Cliniche private, la realtà della ricerca clinica in particolare presso l’IOSI, il Cardiocentro e il Neurocentro, e della ricerca di base soprattutto presso l’IRB e l’IOR hanno maturato la consapevolezza che il nostro Cantone potesse contribuire a risolvere tale problematica; segnali incoraggianti sono poi giunti dal Dipartimento federale dell’Interno.
                 Di conseguenza, il Consiglio di Stato nel 2009 ha costituto il Gruppo MMS1 che aveva lo scopo di esaminare le condizioni necessarie per concretizzare una formazione di Master in medicina umana (dal 4° al 6° anno) e la relativa fattibilità considerando le risorse sul nostro territorio: il rapporto (Rapporto 1 «Scenari per una strutturazione della formazione clinica in medicina in Ticino»), consegnato il 28 gennaio 2011, rispondeva positivamente alla domanda posta (per un programma di formazione completo di una Facoltà di medicina, quindi anche dal 1° al 3° anno, non si erano riscontrate le condizioni sufficienti perché sarebbe troppo oneroso creare gli istituti necessari come quelli per chimica, fisica, biologia, biochimica, fisiologia e anatomia).
                 L’analisi di fattibilità economica indicava per circa 70 studenti un costo annuale di circa 18 milioni di franchi, con 14 milioni di franchi di ricavo e quindi un contributo cantonale di circa 4 milioni di franchi annui.
                 Per quanto riguarda gli aspetti legati alla formazione, vi sono una settantina di riconoscimenti per le specialità da parte della fmh, circa 40 medici già con abilitazione all’insegnamento universitario, almeno 250 pubblicazioni scientifiche di alto livello e 20 istituti di cura con quasi duemila posti letto, compresa la psichiatria e la riabilitazione.
                 Il Gruppo MMS1 si è avvalso della competenza e del contributo di quattro professori universitari di medicina (Susanne Suter, Patrick Francioli, Arnaud Perrier e Bernard Vermeulen) scelti appositamente fuori dal Ticino per evitare interferenze locali che avrebbero potuto rendere sospetto il risultato dello studio.

                 Preso atto del Rapporto 1 il Consiglio di Stato ha incaricato il Gruppo operativo MMS2 di approfondire la fattibilità ponendo particolare attenzione agli aspetti legislativi, alle modalità di reclutamento degli studenti (convenzioni con facoltà svizzere), alle modalità di strutturazione delle attività di ricerca e all’affinamento dei dati finanziari e della tempistica.
                  Il Rapporto 2 («Approfondimento»), consegnato il 21 dicembre 2012, conferma i costi di circa 18 milioni di franchi, ma aggiunge 5 milioni di franchi per permettere lo svolgimento di una ricerca competitiva che dovrebbe portare ricavi per circa 3 milioni di franchi: la differenza sarebbe di circa 6 milioni di franchi quando il Master arriverà a regime e dovrebbe essere coperta con il contratto di prestazioni. Si prospettava Zurigo quale università di riferimento, con undici cattedre ex novo.
                  Preso atto del Rapporto 2, il Consiglio di Stato assegna al Gruppo MMS2 il mandato di stipulare le convenzioni di collaborazione con i partner istituzionali svizzeri e al DECS il compito di redigere il Messaggio.
                  Il Rapporto 3 («Strutturazione accademica del progetto Master Medical School e istituzione di una nuova facoltà»), approvato il 4 ottobre 2013 dal Consiglio dell’USI, concretizza gli accordi di collaborazione con l’università di riferimento (Basilea) e con le università partner (attualmente Zurigo) per assicurare l’accompagnamento accademico nella costruzione del percorso di Master e il flusso di studenti con il titolo di Bachelor (costituzione di un «modello di mobilità» nel quale i diplomi di Bachelor siano in leggero esubero rispetto alla disponibilità di accesso al Master delle quattro facoltà con numerus clausus: Zurigo, Basilea, Berna e Friborgo).
                  Come seconda fonte d’affluenza si prevede un certo numero di candidature spontanee, soprattutto se il Master ticinese saprà proporre un percorso formativo originale e stimolante, con una particolare attenzione anche a temi rilevanti e di grande attualità quali l’umanesimo (le medical humanities), l’etica, la psicologia e la comunicazione clinica (la comunicazione fra medico e paziente), la medicina e le cure palliative. Questi corsi si aggiungeranno alle undici cattedre (Medicina di famiglia, Medicina sociale e preventiva, Cardiologia, Neurologia, Oncologia, Patologia, Psichiatria, Ginecologia-ostetricia, Pediatria, Chirurgia e Medicina interna con la Nefrologia, il Metabolismo, la Medicina degli anziani). La Medicina di famiglia sarà il modulo ponte tra MA e specialità FMH.
                  Una terza fonte saranno i Bachelor in scienze biomediche (Politecnico di Zurigo), i cui diplomati potrebbero accedere a un Master in medicina clinica con un ragionevole recupero formativo della durata di un anno.
                  Infine, se le facoltà di medicina estere assecondassero il modello di Bologna, un certo numero di studenti svizzeri di medicina che hanno ottenuto il loro Bachelor in Italia potrebbero completare lo studio con il Master ticinese.
                  Il 19 novembre 2013 la CRUS ha confermato all’usi l’istituzione di un gruppo di lavoro coordinato dal suo Presidente, Antonio Loprieno, Rettore dell’Università di Basilea, che studierà le modalità di accesso per gli studenti al Master ticinese.
                  Il Rapporto 3 propone inoltre un «contenitore accademico» che inglobi la Scuola di Master e le unità di ricerca di base già attive sul territorio ticinese: la soluzione migliore risulta la creazione di una Facoltà di scienze biomediche che dovrebbe progressivamente crescere, specialmente per quanto riguarda le unità di ricerca, di formazione continua e di perfezionamento.

C.                L’istituzione di una Facoltà di Scienze biomediche dell’USI  

                   Sulla base dei Rapporti 1-3 del Gruppo operativo MMS, il 7 ottobre 2013 l’USI ha chiesto al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio di poter istituire una Facoltà di scienze biomediche al fine di integrare la prospettata mms in un’unità accademica autonoma che disporrà di un’architettura e di una funzionalità che stanno a metà strada fra una facoltà di scienze e una di medicina e che conterrà le seguenti unità operative:
                  – l’Unità di formazione clinica in medicina umana con il compito di organizzare e gestire la MMS e alla quale saranno affiancate le attività di ricerca clinica e fondamentale, di formazione continua e di perfezionamento;
                  – l’Unità di ricerca biomedica fondamentale e sperimentale che integrerebbe inizialmente l’IRB) e, dopo le opportune verifiche di qualità accademica e sostenibilità finanziaria, altri enti già attivi sul territorio, in particolare l’IOR. A medio termine potrebbero poi essere integrati anche il NSI, il progettato Swiss Institute of Regenerative Medicine (SIRM) ed eventuali spin-off dell’unità di formazione clinica.

                   Modello di formazione della MMS

                   Il progetto prevede l’istituzione di undici cattedre dirette da altrettanti professori ordinari che saranno pure i primari delle relative specialità, nominati mediante concorso internazionale, che privilegi soprattutto le attitudini cliniche, umanistiche e manageriali rispetto a quelle del solo puro ricercatore.
                   Ogni cattedra avrà una dotazione di base differenziata per la ricerca competitiva: in totale 5.5 milioni di franchi nell’ambito dei 23 annui di costo globale della MMS.
                   La cattedra di medicina sociale e preventiva dovrebbe contenere anche l’insegnamento del diritto, della comunicazione e dell’economia sanitaria, ma soprattutto della bioetica, e dell’umanesimo clinico («medical humanities») per formare futuri medici con una sensibilità e un rispetto marcati nel prendersi cura dei futuri pazienti (si potrà far capo a realtà locali come la Fondazione Sasso Corbaro o anche il Master in rete Net MEGS in economia e management sanitario e sociosanitario dell’USI).
Le attività didattiche saranno organizzate secondo il modello di Zurigo (peraltro molto simile a quello di Basilea):
               – il 4° anno si terranno lezioni teoriche in comune e lavori seminariali o attività pratica in piccoli gruppi nei servizi ospedalieri;
               – il 5° anno è dedicato alla pratica clinica nei vari servizi ospedalieri senza lezioni frontali;
               – il 6° anno dovrà permettere l’approfondimento dei vari moduli in vista dell’esame federale di Stato e la preparazione del lavoro di Master; dopo aver ottenuto il titolo di Master, gli studenti dovranno sottoporsi all’esame di Stato.

                Gli obiettivi dello studio di medicina sono contenuti in un dettagliato catalogo comprendente dodici discipline; il controllo del raggiungimento degli obiettivi è costituito da un esame teorico con 300 domande a scelta e da un esame clinico obiettivo strutturato.
                È importante ricordare che gli studenti della MMS non saranno necessariamente ticinesi, ma proverranno da tutte le regioni svizzere, soprattutto perché il loro numero non sarebbe sufficiente neppure per occupare la metà degli immatricolati previsti: «bisognerà incentivare gli studenti a uscire dai loro confini linguistici e a cercare un’università in un altro Cantone: gli italofoni oltralpe e viceversa» (Isabelle Chassot, Direttrice dell’Ufficio federale della cultura, «Corriere del Ticino», 22 luglio 2014).
                L’USI si sta comunque adoperando per ottenere degli accordi vincolanti dalla crus, rispettivamente da altre università svizzere, ma le procedure sono lunghe: l’approvazione del progetto da parte del Gran Consiglio sarà un tassello importante per fare pressione Oltralpe ai fini del riconoscimento.
                All’inizio di settembre il Consiglio nazionale ha approvato la mozione presentata da Jacques Neirynck, la quale fa riferimento esplicito a una facoltà di medicina in Ticino e apre il Master ai detentori di un Bachelor dei Politecnici: in questo senso i 70 posti dell’usi hanno sicuramente un valore importante per cercare di «arginare» l’importazione annua di 1’500 medici dall’estero.
                Il mondo medico-ospedaliero, coinvolto e aggiornato sin dal primo rapporto, ha generalmente accolto con interesse e pure, in molti casi, con autentico entusiasmo il progetto della mms; un entusiasmo indispensabile almeno durante i primi anni, quando gli ostacoli da superare saranno numerosi e occorrerà garantire la massima qualità didattica possibile.

                Per quanto riguarda la ricerca clinica, grazie ai finanziamenti dell’Advisory Board for Research at eoc (ABREOC), essa da alcuni anni è ben coordinata, sempre più consolidata e non più prevalentemente orientata all’IOSI, ma coinvolge sempre più progetti di ricerca del nsi e altre discipline cliniche dell’eoc attive in questo campo: grazie ai nuovi primari dell’eoc e di altri istituti (Cardiocentro, Clinica Luganese SA, ecc.) con un profilo accademico competitivo, la ricerca clinica non potrà che svilupparsi ulteriormente. Attualmente il volume di spesa per la ricerca clinica è di circa 10 milioni di franchi; quello della ricerca di base di circa 20 milioni.
                La formazione specialistica presente nei servizi ospedalieri conta 67 riconoscimenti FMH; essa è a carico dei Cantoni dal 2012 e non è finanziata dalle assicurazioni malattia. La Facoltà darà un impulso significativo anche a queste attività grazie alla presenza di figure accademiche.
                Sul nostro territorio hanno inoltre acquisito una lunga competenza alcuni enti come la Fondazione Sasso Corbaro, con sede a Bellinzona, attiva dal 2001 che si occupa della documentazione, della consulenza, dell’insegnamento e della ricerca nell’ambito dell’etica clinica e delle medical humanities e che pubblica con la Commissione di etica clinica dell’eoc (COMEC) la Rivista per le medical humanities; la Fondazione Scuola europea di oncologia (ESOF), con sede a Bellinzona, attiva da una ventina d’anni che si prefigge di sostenere formazioni post-diploma in campo oncologico in tutto il mondo con un budget annuo attorno ai 3 milioni di franchi e la Fondazione «European School for Advanced Studies in Ophtalmology» (ESASO), con sede a Lugano, attiva dal 2009, che sostiene la scuola di perfezionamento nella tecnologia oftalmologica avanzata e che gestisce il convegno annuale mondiale sulle patologie della retina e della macula. Le attività di queste fondazioni potrebbero essere collegate alla MMS, se del caso, attraverso la possibilità di «associarsi» all’USI.
                Si potranno aggiungere ulteriori offerte come i corsi interdisciplinari con altri percorsi dell’USI come l’e-Health, l’economia sanitaria, la comunicazione sanitaria e le scienze computazionali che già collaborano con il Cardiocentro (vedi Rapporto 1 del 28 gennaio 2011, punto 6.4, pag. 24).
                Inoltre, l’offerta di corsi di formazione continua in settori chiave quali il «biobusiness» e il «medtech» (già presenti all’USI) ha in sé il potenziale per sviluppare competenze atte a promuovere la creazione di nuove aziende in un campo strategico per il rinnovamento del tessuto economico del territorio.
                Un’occasione da non perdere sarà la collaborazione con il nuovo Dipartimento di scienze aziendali, sociali e sanitarie della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI): riuscire a stabilire una stretta collaborazione e delle strategie vincenti tra la mms dell’USI e il futuro Master in scienze infermieristiche della SUPSI (qualora vi fossero le premesse per istituirlo) sarà veramente un aspetto innovativo che arricchirà l’offerta formativa della MMS.
                L’Unità di ricerca fondamentale prevista nella nuova facoltà raccoglierà l’IRB e probabilmente, dopo le opportune valutazioni, l’IOR.
                L’IRB (area immunologica) ha iniziato la sua attività nel 2000 e attualmente impiega circa 90 persone; in tredici anni i ricercatori hanno pubblicato più di 300 articoli su riviste di altissimo livello. Esso collabora con il Politecnico di Zurigo, lo Swiss Vaccine Institute e ha prodotto una ditta di spin-off (Humabs con sede a Bellinzona). Inoltre, dispone di un budget pari a circa 16.5 milioni di franchi (un terzo da fondi pubblici, un terzo da privati e un terzo dalla ricerca competitiva). L’Istituto è stato affiliato all’usi nel 2010. L’IRB potrebbe sviluppare un Master in biomedicina in collaborazione con altre università: per il momento non c’è ancora uno studio di fattibilità, non sono ancora stati avviati contatti con possibili università con le quali collaborare, ma sono comunque già stati studiati i Master esistenti in Svizzera, in particolare quelli dei Politecnici. Un Master in biomedicina è molto più semplice da realizzare che non il Master in medicina umana, perché la maggior parte dell’attività si svolge nei laboratori e la formazione teorica è relativamente contenuta; inoltre non ci sono tutte le complicazioni dovute al numerus clausus e al test attitudinale. Con l’inserimento nella nuova Facoltà, l’IRB potrà conferire il PhD in modo autonomo, mentre finora è dipendente da altre università.
                L’IOR (area oncologica) ha iniziato la sua attività nel 2003 come laboratorio di ricerca dell’IOSI, poi nel 2011 è passato sotto la Fondazione per la ricerca e la cura dei linfomi (FRCL). Esso impiega una quarantina di persone. Il suo accreditamento in base all’art. 15 della Legge federale sulla promozione della ricerca e dell’innovazione (LPRI) è concluso e operativo. L’IOR ha chiesto due anni or sono all’USI di essere affiliato: la procedura è attualmente oggetto di esame da parte dell’USI stessa; sul piano scientifico, le condizioni sono probabilmente date per cui il messaggio in proposito potrebbe anche partire dopo l’approvazione del presente Rapporto da parte del Gran Consiglio.
                Il Swiss Institute of Regenerative Medicine (SIRM) (area rigenerativa), oggi con sede a Taverne, le cui finalità sono lo studio e l’applicazione delle cellule staminali, come pure i laboratori del Neurocentro della Svizzera italiana (NSI) (area neuroscienze) e quelli del Cardiocentro- Cluster, sono ulteriori iniziative di ricerca fondamentale che potrebbero un giorno essere integrate nella Facoltà, se si rivelassero competitive a livello internazionale. Attualmente il SIRM  funziona pure quale contenitore dei laboratori del NSI e del Cardiocentro-Cluster. La ricerca del SIRM è già sfociata in diverse pubblicazioni e il SIRM è un pioniere nella medicina rigenerativa in Svizzera: il SIRM potrebbe un giorno essere affiliato all’USI se la sua ricerca si rivelasse competitiva a livello internazionale. Il SIRM ha depositato formale richiesta di affiliazione all’USI lo scorso 27.08.2014 e si impegnerà al riconoscimento in base all’art. 15 LPRI attraverso la SEFRI. Le aree delle neuroscienze e della medicina rigenerativa potranno diventare settori strategici per la ricerca e la formazione medica.

                Gli istituti di ricerca sono segmenti che creano valore aggiunto per il nostro Cantone: occorrerà quindi sostenere le loro aspettative e la loro apertura imprenditoriale.
                 È evidente che l’IOR e il SIRM, nel caso di una loro futura auspicata affiliazione, non sarebbero assoggettabili all’IRB perché la diversa specificità delle competenze delle tre aree in questione non lo permetterebbe.

                 È importante menzionare il progetto di costruzione del nuovo stabile a Bellinzona destinato a ospitare l’IRB, l’IOR e i laboratori del NSI: si raggiungerà una massa critica tale da garantire una lunga continuità e dar vita a un progetto di Master in biomedicina in collaborazione con altri istituti svizzeri.
                 L’affiliazione di un istituto di ricerca fondamentale a una facoltà permette di ottenere finanziamenti competitivi e di attribuire in proprio i titoli di dottorato; inoltre, l’affiliazione dell’IRB  all’usi rafforza già ora le collaborazioni con altri settori della ricerca, ad esempio le scienze computazionali dell’USI.

                 ll progetto di MMS prevede un’intensa collaborazione con altre università o facoltà di medicina,
                  necessaria per:
                 1. costruire un dispositivo secondo le buone pratiche accademiche per il reclutamento delle figure
                  professionali e la definizione dei moduli formativi;
                 2. disporre di risorse formative per i moduli che presentassero lacune locali date dalla mancanza
                  di competenze specifiche, carenza di pazienti o di casistica;
                 3. garantire l’accreditamento del percorso formativo e soprattutto un flusso di studenti con il titolo di
                  Bachelor.

                 La facoltà di riferimento risulta essere quella di Basilea, quelle partner al momento dovrebbero essere Zurigo e Friborgo, con l’auspicio di poter allargare alle facoltà francofone, mentre a Berna è appena stato creato un gruppo di lavoro per esaminare se esiste la possibilità di fornire un certo numero di studenti con Bachelor.
                 Per permettere l’aumento di studenti al corso di Bachelor occorre modificare i parametri che regolano l’accesso agli studi di medicina attraverso il test attitudinale (numerus clausus): tale variazione non influirà sulla qualità degli studenti perché la modesta dilatazione dei criteri per aumentare di qualche decina le iscrizioni (su tremila candidati) è ininfluente.
                  Per arrivare al numero auspicato di 70 iscrizioni si conta sulla mobilità spontanea e su studenti provenienti da altri percorsi di Bachelor in biomedicina, dopo i necessari recuperi formativi e sulla base di accordi vincolanti con le altre università svizzere.
                  L’accreditamento avverrà dopo l’avvio della MMS: non è totalmente garantito, ma c’è tutto il tempo per interloquire con l’autorità competente.
                  Una forza negoziale che si possa appoggiare su una solida volontà politica permetterebbe di mantenere il grande vantaggio del progetto ticinese nei confronti di altri progetti analoghi, al momento latenti, di offerta di un Master in medicina come quelli a Lucerna e San Gallo; a Friborgo ci si sta però muovendo per istituirlo perché l’idea di formare dei medici di famiglia piace a tutti i gruppi parlamentari.
                  Un voto unanime del Parlamento darà al progetto un sostegno morale e concreto di estrema importanza.

                  La struttura finanziaria della Facoltà: costi e ricavi
                  
                  Il modello della Facoltà di scienze biomediche è stato costruito a garanzia di una separazione chiara dei costi fra formazione e ricerca, una peculiarità che non è tuttora possibile per le altre facoltà di medicina svizzere.

                  Costi previsti per la MMS
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                  Professori di ruolo                                                    2’750’000.–
                  Acquisto ore di insegnamento                                     769’000.–
                  Costo insegnamento pratico                                     3’600’000.–
                  Costo pratica studi medici                                           288’000.–
                  Costo formazione candidati medici                          1’155’000.–
                  Stipendio candidati medici                                          630’000.–
                  Costo lavori Master                                                     525’000.–
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                                    Parziale                                                  9’717’000.–
                  Personale tecnico, amministrativo, bibliotecario         972’000.–
                  Ricerca competitiva                                                 5’500’000.–
                  Costi generali d’esercizio                                        6’939’000.–
                                         ______________________________________

                  Totale costi                                                           23’128’000.–


                  Per la parte concernente la MMS, come raffigurato nella tabella (ripresa da pag. 9 del Messaggio), si prevede una spesa annua di circa 23 milioni di franchi quando sarà «a regime», cioè con circa 70 matricole all’anno; i ricavi calcolati sarebbero di circa 18 milioni di franchi (vedi tabella 5 pag. 10 del Messaggio) e attraverso i contratti di prestazione con il Cantone dovrebbero confluire circa 6 milioni di franchi:

      2015-2016        nessuno (preparazione del dispositivo didattico, a carico dell’usi);
      2017                 1 milione di franchi (segretariato, organi di conduzione e primi                                          professori);
      2018                 3 milioni di franchi (completamento dei professori e prima coorte di                                  50 studenti che inizia il 4° anno);
      2019                 4.5 milioni di franchi (prima coorte che inizia il 5° anno e seconda                                    coorte di 60 studenti che inizia il 4° anno);
      2020                 6 milioni di franchi (prima coorte che inizia il 6° anno, seconda                                          coorte che inizia il 5° anno e terza coorte di 70 studenti che inizia il                                    4°anno);
      2021                 6 milioni di franchi (prima coorte di 50 studenti che sostiene l’esame                                  di Stato, seconda coorte di 60 studenti che inizia il 6° anno, terza                                        coorte di 70 studenti che inizia il 5° anno
                               e quarta coorte di 75 studenti che inizia il 4° anno).

                   In sintesi, la MMS costerà al Cantone 6 milioni di franchi annui.

                Rispetto al Messaggio, sembra più realistico che l’anno di inizio operativo venga spostato al 2019 perché l’immatricolazione al primo anno di Bachelor non potrà verosimilmente avvenire nell’autunno 2014 e neppure nell’autunno 2015, perché le iscrizioni all’esame attitudinale avvengono in febbraio: le discussioni commissionali approfondite attorno alle varie problematiche che necessitavano un consenso unanime hanno spostato la votazione in Parlamento alla prossima fine di novembre e, di conseguenza, non sarà possibile concludere le trattative con le Facoltà di Medicina d’Oltralpe e con la CRUS entro il prossimo mese di febbraio.
                Per motivare studenti del Nord delle Alpi a intraprendere la scelta di seguire la MMS  in Ticino si prospetta di fornire inizialmente almeno la copertura delle tasse di iscrizione, un importo che con la mms a regime sarebbe di 650’000 franchi annuali, da aggiungere ai contributi cantonali.
                I contributi supplementari per le unità di ricerca sperimentale non sarebbero addossati direttamente alla MMS e sono già erogati in misura significativa dal Cantone (vedi tabella 7, pag. 15 del Messaggio); in caso di affiliazione all’usi dell’ior occorre calcolare una spesa supplementare di 0.5 milioni annuali rispetto ai 6 milioni di franchi attuali di budget, contributo che dovrà essere approvato dal Parlamento.
                 Se si somma la ricerca fondamentale (IRB e IOR) con la ricerca clinica (EOC, IOSI, NSI, Cardiocentro e altri), si arriva a un budget di oltre 30 milioni di franchi: nella tabella 7 a pag. 15 del Messaggio, nella voce «ricerca di base» sono compresi solo l’IRB e l’IOR (20.7 milioni di franchi); tutto il resto (9.9 milioni di franchi) va sostanzialmente per la ricerca clinica, la quale non prevede l’istituto dell’accreditamento, compresa quella svolta dall’EOC. Con l’aggiunta dei 23 milioni di franchi della MMS, la Facoltà di scienze biomediche gestirà un volume di finanziamenti di oltre 50 milioni di franchi l’anno per una spesa cantonale di circa 6.5 milioni di franchi supplementari.

                 Volume di spesa
                 per le attività di ricerca fondamentale e di ricerca clinica
                 già insediate nel Cantone Ticino
                (in milioni di fr.)
                _______________________________________________________
 
                Ricerca di base            IRB                                             16.5
                                                    IOR                                              4.2
                                                   ______________________________________

                                                   Totale ricerca di base (1)             20.7           20.7
                 _______________________________________________________
                 Ricerca clinica           EOC, compreso IOSI e NSI          5.0
                                                   Cardiocentro                                 3.0
                                                   Altri istituti e cliniche                    1.0
                                                   Totale costi diretti                          9.0
                                                   Costi di struttura (10%)                  0.9

                                                    _______________________________________
                                                    Totale ricerca clinica                     9.9             9.9

                                                     _______________________________________
                                                     Totale ricerca                                               30.6


                  Periodo di primo ciclo intero di Bachelor 2015-2018

                  Dopo l’approvazione dell’oggetto da parte del Gran Consiglio, la Facoltà di scienze biomediche consoliderà i propri organi di costituzione e completerà gli organi di conduzione, continuerà i contatti con gli organi federali (CRUS e CUS), che decideranno in merito agli aumenti di accoglienza di studenti di Bachelor (numerus clausus), confidando nel modello di mobilità nord-sud concordato con le Università d’Oltralpe (già presentato agli organi competenti): gli studenti dovrebbero iniziare il loro Bachelor nella facoltà di medicina di riferimento e in quelle convenzionate nell’anno accademico 2015. Verrebbe inoltre attivata la commissione di accreditamento, si perfezionerebbe il piano degli studi e si inizierebbe la ricerca dei professori.

                Periodo di primo ciclo intero di Master 2018-2021

                L’inizio dei corsi avverrà verosimilmente nel 2018 con la prima coorte di studenti (50) e il completamento del corpo professorale; nel 2019 inizierebbe la seconda coorte di 60 studenti con moduli già sperimentati, mentre la prima entrerebbe nell’anno di pratica clinica negli ospedali ticinesi o altrove; nel 2020 si affronterebbe per la prima volta il 6° anno di formazione e nel 2021 ci sarebbero i primi esami di Stato in Ticino: la struttura della mms sarebbe da considerarsi completa e la mms si avvicinerebbe all’attività a regime.

                L’impatto della MMS sul sistema ospedaliero cantonale

                Nel Cantone Ticino sono presenti quasi tutte le discipline mediche necessarie per un Master in medicina umana, sebbene ripartite fra diversi istituti pubblici e privati e un po’ dispersi sul territorio: se da un lato l’insegnamento «al letto del paziente» può trarre vantaggi nella frequentazione di realtà cliniche e sociali differenti tra loro (le alte specializzazioni dell’Ospedale Civico e dell’Ospedale San Giovanni comportano una pratica diversa rispetto alla medicina di prossimità, alla medicina riabilitativa e a quella praticata negli studi dei medici generalisti), dall’altro una certa concentrazione e coordinazione potrebbero rendere meno complessa la gestione della MMS.
                Occorre anche dire che la presenza di numerosi istituti aumenta di molto la possibilità per la formazione clinica: la stessa Facoltà di medicina di Zurigo fa capo a una ventina di «Lehrspitäler» ripartiti in diversi Cantoni.
                La pianificazione ospedaliera dovrebbe favorire la concentrazione delle specialità sul territorio. Inoltre, l’istituzione della prevista area «Insegnamento e ricerca» da parte dell’eoc faciliterà la convivenza fra le esigenze cliniche della MMS, la realtà ospedaliera cantonale e la futura Facoltà di scienze biomediche.
                Per la LAMal i costi della ricerca e dell’insegnamento universitario non possono essere coperti dalle tariffe stabilite per la cura e non incideranno in alcuna misura sui costi di base degli ospedali coinvolti nella MMS; la struttura decentralizzata dell’eoc offre sufficienti garanzie per integrare la mms sia dal punto di vista logistico sia da quello delle risorse umane.
                La stima annua dei costi (vedi pag. 9 del Messaggio) prevede i seguenti compensi all’eoc e alle altre istituzioni coinvolte nella formazione clinica:
               – l’USI riconosce 250’000 franchi per ogni Primario-Professore (la ripartizione dei costi dei primari e della relativa dotazione avviene al 50% tra usi e ospedale);
               – per le 769 ore al di fuori delle cattedre si riconosce il compenso di 1’000 franchi per ora d’insegnamento;
               – l’insegnamento pratico è basato sul modello di Zurigo e costa 3.6 milioni di franchi (l’adozione del modello di Basilea sarebbe meno onerosa);
               – i costi per la formazione dei candidati medici sono di 1’550’000 di franchi;
               – lo stipendio dei candidati medici è di 630’000 franchi (900 franchi al mese, per 70 studenti, per 10 mesi, ovvero la durata del Wahlstudienjahr);
               – i costi di lavoro di Master sono di 525’000 franchi.

                I flussi finanziari dall’USI all’EOC e alle altre strutture coinvolte ammonteranno annualmente a quasi 9.5 milioni di franchi e rappresentano il 40% del costo della MMS.

                I possibili sviluppi futuri del progetto MMS  

                Una possibilità concreta per la Facoltà di scienze biomediche è quella di sfruttare le competenze presenti presso l’irb per costruire un Master in biomedicina in collaborazione con altri istituti universitari che permetterebbe un miglior aggancio accademico per l’irb stesso e l’ior, fornendo loro la possibilità di reclutare validi studenti di dottorato.
                Una possibilità di estensione per la mms potrebbe essere quella di procedere verso il modello 2+4, dove gli studenti raggiungerebbero l’usi già al 3° anno ottenendo il titolo di Bachelor in maniera congiunta con l’università di riferimento: non sarebbe necessario aumentare in maniera significativa il personale accademico, ma i ricavi aumenterebbero in modo più che proporzionale.
                Qualora si potesse consolidare il modello 2+4 ed emergessero le condizioni finanziarie necessarie, una dozzina d’anni dopo l’inizio operativo della mms si potrebbe creare la struttura per un percorso formativo completo (Bachelor e Master).

                La proposta di modifica della Legge sull’Università della Svizzera italiana, sulla Scuola
                universitaria professionale della Svizzera italiana e sugli Istituti di ricerca

                Il Consiglio di Stato propone di cambiare l’art. 13 cpv. 1 della LUSI/SUPSI da «l’USI è costituita e) dall’affiliato Istituto di biomedicina» a «l’USI è costituita e) dalla Facoltà di scienze biomediche e dall’affiliato Istituto di ricerca in biomedicina». La modifica proposta mantiene temporaneamente lo status d’affiliazione per l’irb, anche se la Convenzione di affiliazione verrà modificata, in particolare per attribuire la nomina del personale accademico dell’IRB al Consiglio dell’usi e stabilire la costituzione del Consiglio dell’irb, composto del personale accademico.

D.                  La congruenza con le Linee direttive e il Piano finanziario

                 Per quanto riguarda i nuovi compiti finanziari per il Cantone, rimandiamo al capitolo «La struttura finanziaria della Facoltà: costi e ricavi».
                 Se il numero di studenti immatricolati fosse inferiore di una quindicina di unità sui numeri attesi, non si verrebbe a generare un deficit significativo, perché una frazione consistente dei costi è attribuibile alla remunerazione di medici necessari per la formazione pratica e teorica in piccoli gruppi. Inoltre, all’inizio si farà capo a professori a contratto piuttosto che a professori di ruolo, potendo così contenere i costi in un ambito proporzionale ai ricavi. Dal 3° anno di formazione i costi si assesteranno attorno ai 6 milioni di franchi annuali, inclusi nella voce «contributo cantonale di gestione all’usi» nel CRB 655 del DECS («Attività universitarie»). Per quanto riguarda gli studenti ticinesi che scegliessero di rientrare in Ticino per la MMS, si tratterà soltanto di un trasferimento di costi corrispondenti al contributo intercantonale.
                 
                 La creazione di una nuova Facoltà di scienze biomediche ha quindi un impatto relativamente modesto sui contributi supplementari richiesti al Cantone Ticino anche perché la ricerca sperimentale è già attualmente finanziata in misura preponderante e non graverà come peso supplementare.

                 Punti di forza e opportunità
1. Rafforzamento sensibile dell’USI nelle discipline scientifiche;
2. miglioramento sicuro della qualità delle cure ospedaliere e aumento significativo
dell’attrattiva riferita ai ruoli dirigenziali negli istituti ospedalieri del Cantone (Capi dipartimento, primari, eccetera);
3. finanziamenti esterni importanti alla ricerca clinica e sperimentale con un impatto cantonale
socio-economico;
4. modello con flussi finanziari distinguibili fra formazione e ricerca, unico in Svizzera;
5. valorizzazione delle risorse esistenti nella formazione accademica e nella ricerca;
6. competitività del progetto ticinese MMS rispetto a progetti analoghi.

Rischi e debolezze
1. Difficoltà finanziarie se il numero degli studenti non rispettasse le aspettative
                  Rimedio: professori a contratto (mandati a termine), ma solo inizialmente, per
                  evitare un insegnamento sporadico di scarsa qualità didattica, evitando
                  assunzioni senza la trafila richiesta agli ordinari; il costo della formazione
                  pratica è inoltre direttamente correlato al numero degli studenti (meno
                  studenti, minori costi)
2. Difficoltà di reclutamento del corpo accademico di qualità
                  Rimedio: creazione di condizioni-quadro favorevoli, messa a concorso
                  internazionale, privilegiando la bravura clinica
3. Difficoltà dei medici docenti per conciliare cura, formazione e ricerca
                  Rimedio: il tempo dedicato alla ricerca e alla formazione viene totalmente
                  rimunerato dall’USIi; il compenso viene reinvestito per l’assunzione di medici
                  supplementari
4. Difficoltà nel creare un flusso nord-sud degli studenti d’Oltralpe con Bachelor
                  Rimedi: a) qualità clinico-didattica elevata di indirizzo generalista;
                  b) originalità umanistica, olistica e di prossimità (anche studi medici);
                  c) incentivi.
5. Difficoltà della lingua d’insegnamento
                   Rimedi: inglese per le lezioni frontali, lingua del paziente per l’insegnamento
                   clinico 
6. Difficoltà della massa critica di patologie e di pazienti in certe specialità piccole
                   Rimedio: collaborazione stretta con l’Università di riferimento, adozione del
                   modello formativo di Basilea che privilegia le discipline di base
7. Difficoltà finanziarie causate dall’insegnamento accademico per l’EOC
                   Rimedio: tutte le attività di insegnamento fornite dall’EOC vengono
                   integralmente rimunerate dall’USI.


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