Rivista per le Medical Humanities

Si tratta di uno «spazio espositivo» che arricchisce mediante illustrazioni ogni numero della rivista. Troverete pubblicati in questa sezione solo una fotografia di ciascun autore e il commento alle immagini proposte all'interno del numero. La pubblicazione integrale del portfolio la riserviamo, infatti, ai lettori e agli abbonati della versione cartacea della nostra rivista.

nota di Daria Caverzasio Hug

Fotografia di Daria Caverzasio Hug



Le fotografie qui riprodotte
appartengono alla serie
Transiti, work in progress
iniziato nel 2012. Le stampe
originali sono a colori.

          Sono arrivata alla pratica della fotografia quasi per caso, con poco bagaglio tecnico ma con l’esperienza storica e critica accumulata nel corso della mia attività di collaboratrice museale, sempre al lavoro con le immagini. Questa esperienza è l’obiettivo attraverso cui osservo, seleziono e fisso i miei soggetti.
          La tematica del vedere è stata una costante per me fin dall’infanzia. Sono stata una bambina molto miope e mi sono spesso chiesta: come vede chi vede bene? Cosa comporta non vedere? E più tardi: che cosa significa «realtà », se quello che vediamo è sempre in qualche modo offuscato o parcellizzato, sbiadito, macchiato o alterato? O anche, all’inverso: questi fenomeni, quali altri mondi aprono? Che luoghi sensibili e mentali sollecitano? Quale esperienza ulteriore possono offrirci?
          Vedere per me è una dinamica di mediazione. Un processo sensoriale molto complesso porta la realtà esterna alla nostra consapevolezza attraverso rovesciamenti e chiasmi. Vediamo attraverso la nostra esperienza soggettiva, attraverso schemi mentali e culturali. Anche il caso ha il suo ruolo nel selezionare le nostre esperienze visive. La realtà che vediamo è sempre in transito e non è sperimentabile in modo definitivo.

Daria Caverzasio Hug

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