Rivista per le Medical Humanities

La sezione intende offrire una panoramica sui territori delle Medical Humanities: congressi, istituzioni, pubblicazioni, film, cronache. Essa ospita, inoltre, le considerazioni di specialisti in merito ad articoli apparsi su altre testate. Questo spazio riproduce i contenuti della versione cartacea della pubblicazione; i contributi non legati alla periodicità del cartaceo si trovano invece nella sezione «Novità» di questo sito.


«Celebrare la nascita»
rMH 6
Conferenza di Frédérick Leboyer


Ospedale Beata Vergine
Mendrisio
23 novembre 2007  

All’inizio degli anni ‘70, F. Leboyer segnava in modo decisivo la storia dell’ostetricia con il suo libro: «Per una nascita senza violenza». Il nascituro diventa un individuo a tutti gli effetti e si sottolinea l’importanza di rispettarlo e di rispettare l’intimità, la preziosità di questo incontro madre-bambino.
Attraverso la penombra, il silenzio e la salvaguardia dell’intimità della donna nell’atto di dar nascita e di quella del nascituro, ci sono i primi fondamenti del suo pensiero.
Durante il suo percorso professionale, costellato dall’accompagnamento di oltre 10mila parti, nasce la convinzione che l’approccio sempre più medicalizzato del parto ci allontana dall’essenzialità vitale di questo evento. La risposta puramente tecnica, toglie infatti, il ruolo di protagonista che la donna deve avere in questo particolare momento della vita.
Il parto rimane un evento difficile da affrontare e la sofferenza quando è cieca, è inutile e subita. Leboyer non ci vuole trasmettere l’ineluttabilità della sofferenza, vuole riportare la donna nella sua dignità di protagonista attraverso la capacità di vivere il parto come un atto di amore.
È comprensibile che le paure e i dolori del parto danno origine a delle cure mediche per alleviarne le sofferenze. Il pericolo è però, per Leboyer, che queste paure del tutto comprensibili portino ad una dimissione preventiva della donna di fronte al parto, una donna che non partorirà ma sarà piuttosto partorita. Rifugiandosi unicamente in queste risposte mediche, diventa allora prigioniera di regolamenti, visite e controlli che la trasformano in oggetto passivo, assente e alla peggio come dice Leboyer anestetizzato. Il pericolo di questa dimissione preventiva è di perdere il legame tra lei e la vita, tra lei e il suo bambino. Il parto non deve essere vissuto come una maledizione e una sofferenza. È possibile aiutare la donna a prendersi in mano, a ridiventare protagonista.
«Ma si dimentica allora che l’amore è per natura un terremoto, un’eruzione vulcanica, una tempesta con tuoni e lampi e il parto è in questa dimensione». «Come nell’amore sessuale l’inizio è fatto di carezze ma poi finisce come in un combattimento, con una grande liberazione di energia». Vi è una grande insistenza nel paragonare, il parto con l’atto sessuale, dove questo amore è esplosione di gioia e di energia. Non bisogna quindi ingannare le donne, ma spiegarle che dando nascita, sentiranno intensamente il proprio corpo. Come nell’atto sessuale, la capacità di abbandonarsi o al contrario di rifiutarlo, faranno l’essenziale differenza di vissuto.
Il parto diventa allora, possibilità di scoprire un’altra parte di sé, che proprio perché prima sconosciuta, appare ancora con maggiore forza. La donna ha la possibilità di andare oltre il proprio ego («il piccolo io») e incontrare altre dimensioni di sé. «Per poter vivere ciò, bisogna potersi abbandonare, poter cedere, sottomettersi». Non c’è vero amore senza abbandono. Amare è aprirsi, offrirsi, scoprire e vivere le altre parti di sé». «Dare nascita è passare attraverso una tempesta, dove s’insinua la folle energia della vita».
Probabilmente poche donne possono vivere pienamente questo abbandono, questa estasi durante il parto. Ma nel nostro contesto medico,questa testimonianza deve aiutarci, a non solo privilegiare con scrupolo, gli aspetti tecnici ma aiutarci a rimanere umili e disponibili nell’accompagnare le donne nell’incontro con se stesse e con il proprio bambino nell’atto di dar nascita.

Giorgio Caccia

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